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Un libro di poesie e di immagini. E una tessitura accurata e sapiente che lega le une alle altre.
Un mondo di affetti verticali e la Natura, viva e pulsante, che si ritrova nel rapporto speciale con una dimensione mediterranea entro cui tutto sembra sul punto di germogliare e di rinascere. Nell’infallibile, benché qualche volta anche dolorosa, generosità dell’esistenza.
Alessandra Lancellotti, psicanalista e critico
d’arte, allieva di Musatti e Dorfles, a diciotto anni per il giornale del Liceo
Berchet di Milano intervista Montale e Quasimodo.
Sia nell’agire terapeutico che nell’interpretazione delle opere d’arte
considera la qualità della parola come un gesto della mente e
dell’anima, fattore di cambiamento e di apertura a nuovi orizzonti.
In questa raccolta di poesie, sentimenti, ricordi e immagini si fondono in
una sintesi di gioia, nostalgia, gratitudine, senso dell’esistente.
Descrizione
Dalla p. 1:
“Nelle tue poesie c’è la nostalgia dell’immenso e c’è la voce
avvolgente, possente e misteriosa della Natura, che si fa sottile,
lieve o imponente come le onde del mare.
C’è anche, nei tuoi versi, una tenerezza infinita e dolce, quasi
disperata; un vortice dell’anima che sommuove e commuove chi
vuole ascoltare, chi può ascoltare tanta profondità di
emozione.
Quasi a togliere il fiato per tanta altezza rarefatta; ma poi via,
a volte, in un volo rapido, leggero libero
nella luce”
Roberto Perotti
“Ti conosco da più di trent’anni ma con te ogni giorno c’è
qualcosa di nuovo!
In questa tua raccolta, dopo avere tanto ispirato e stimolato
l’arte di chi ha la fortuna di averti vicino, sei Pigmalione di te
stessa: e come sempre procedi verso la ricerca di verità più
profonde, disposta con il tuo rigore a rimettere tutto in gioco.
In alcune delle poesie posso riconoscere lo spunto, e in altre no,
ma tutte vanno dritte al cuore con la tua cultura e il calore del
tuo pensiero!”
Giovanni Cecconi
“La scrittura cela e rivela. Soprattutto rivela: la tua energia,
Alessandra, la tua creatività, che in queste pagine affiorano
più forti di quanto già le conoscessi. E, con queste, un desiderio
– delicato leggero solenne – di contemplazione, che si fa largo
dentro il ritmo accumulativo del tuo e nostro vedere.
Un desiderio che diventa forte come il bisogno infantile di
prendere tutto fra le mani, per essere certi che esista e
misurarne saldezza e fragilità.
Cornici sono il mondo e la Natura. E questa ce la racconti
nuova – rotonda accogliente mediterranea –, come è nuova
ogni stagione che ritorna, con dentro una voglia dirompente di
rinascere, per riprendere daccapo il cammino e lo slancio verso
mete ogni volta più interiori e più generose.”
Stefano Termanini