Armando Ricci, al Libraccio di Savona, presenta il suo nuovissimo “Viaggio in Liguria con PowerPoint”, Serel Stefano Termanini Editore

Venerdì 31 ottobre 2025, alle ore 18:00, presso la libreria Il Libraccio in Corso Italia 235R a Savona, verrà presentato il nuovo manuale di Armando Ricci «Viaggio in Liguria con PowerPoint e con Microsoft Sway e Google Presentazioni», Serel International | Stefano Termanini Editore, pp. 136, € 20.

Alla presentazione parteciperanno, con l’autore, Lina Bortolai, insegnante di lingua inglese presso il liceo “Chiabrera Martini” di Savona, che interverrà con una relazione in lingua inglese intitolata «A short virtual tour into tables, charts, and images for work and school with movie clips», e Stefano Termanini, editore, che proporrà una breve riflessione dal titolo «Per un turismo che dura: storia, tradizioni e paesaggio». La presentazione offrirà esempi e spunti multimediali realizzati con gli strumenti trattati nel manuale.

«Viaggio in Liguria con PowerPoint e con Microsoft Sway e Google Presentazioni» di Armando Ricci si configura come un manuale tecnico-pratico e una guida illustrata che unisce l’apprendimento degli strumenti di comunicazione visiva all’esplorazione del territorio ligure. L’opera fa uso della bellezza della Liguria come filo conduttore per illustrare l’uso dei principali software di presentazione: PowerPoint, Microsoft Sway e Google Presentazioni. Attraverso decine di tutorial pratici e centinaia di immagini, tabelle, grafici e schemi, il lettore viene guidato alla scoperta di tecniche avanzate quali l’applicazione dell’effetto parallasse per creare illusioni di profondità e movimento, l’uso dello zoom di riepilogo per costruire storyboard non lineari e interattivi, l’impiego di trigger e pulsanti di azione per rendere le slide reattive, la realizzazione di grafici, diagrammi SmartArt e infografiche, e l’integrazione di audio e video con la creazione di Photo Album. L’obiettivo è superare la staticità della diapositiva classica per realizzare presentazioni professionali, dinamiche e di grande impatto visivo, fornendo strumenti concreti per comunicare prodotti, servizi e territori nell’ambito commerciale, turistico e aziendale.

«Il viaggio sta per iniziare e, come storyboard, ho immaginato un itinerario interattivo nella mia terra, la Liguria», dichiara Armando Ricci. «PowerPoint può esserci utile per valorizzare un territorio, illustrarne la storia e le tipicità, e rappresentare con finezza le bellezze di una regione. Il lettore vedrà che, con le giuste tecniche, come l’effetto parallasse o lo zoom di riepilogo, è possibile creare presentazioni non solo efficaci, ma davvero sorprendenti».

L’intervento in inglese della professoressa Lina Bortolai, che presenterà spezzoni di film e serie TV famose, In lingua originale, mostrerà ai presenti che alcuni effetti speciali che vediamo al cinema e in TV possono essere realizzati anche con strumenti informatici di uso corrente. Nell’ottica di una visione “turistica, della Liguria e di Savona, in particolare, sede dell’hub di Costa Crociere, un photo-album diventerà una guida virtuale delle bellezze del territorio.

«Armando Ricci, nel suo nuovissimo manuale, ha superato sé stesso», afferma Stefano Termanini, editore. «Siamo molto contenti di aver aggiunto al nostro catalogo editoriale questa nuova opera, che tanto strettamente lega i più efficaci, ma anche accessibili strumenti della comunicazione multimediale contemporanea con la ricchezza e la bellezza del nostro territorio. La Liguria, per Armando Ricci e per il viaggio che egli fa compiere al suo e nostro lettore, è uno straordinario banco di prova, un luogo ricco di tradizioni e di meraviglia, che merita di essere scoperto ed efficacemente comunicato. Armando Ricci conferma, in questa sua opera, uno stile della spiegazione che già abbiamo avuto modo, con i nostri lettori, di apprezzare: ci porta, infatti, dentro lo strumento informatico e lo fa senza trascurare nemmeno un passaggio, tenendoci per così dire “per mano”, sicché non sia possibile perdersi, anche quando la materia potrebbe essere meno intuitiva e facile. Chiunque, con il manuale di Armando Ricci posto sulla propria scrivania, a fianco della tastiera e del mouse, potrà comunicare al meglio non solo un territorio, i suoi prodotti e le sue bellezze, ma anche ogni altro prodotto, attività e servizio professionale, che richiedano di essere ben comunicati».

Armando Ricci è formatore e docente di Informatica, con quasi trentacinque anni di esperienza nell’insegnamento e nella formazione professionale e aziendale. Opera a Genova, in Liguria e online. È autore di numerosi volumi sull’informatica d’uso e la comunicazione visiva, tra cui «Tabelle pivot – strumenti di aggregazione ed analisi dei dati» (2016) e «PowerPoint 2016. Viaggi in Liguria» (2019). I suoi libri sono pubblicati da Serel International – Stefano Termanini Editore. |

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«VARAZZE: ALLE RADICI DEL FUTURISMO»

da Mario Morasso a Stefano Baglietto e Giorgio Parodi attraverso il racconto del libro di Elena Bagnasco «La Mia GP», Serel International – Stefano Termanini Editore

Varazze – Sabato 11 ottobre 2025, alle ore 17:30, presso la Sala Biblioteca E. Montale di Varazze, il Comune di Varazze patrocina e ospita la manifestazione culturale, a ingresso gratuito fino a esaurimento posti, «Varazze alle origini del Futurismo», nel corso della quale verrà presentato il libro di Elena Bagnasco «La mia GP. Storia e racconti a quattro tempi», Serel International – Stefano Termanini.

Interverranno Mariangela Calcagno, assessore alla Cultura del Comune di Varazze, Carlo Piano, giornalista e saggista, Leo Lecci, storico dell’arte, professore presso l’Università di Genova, Piero Spotorno, già vice sindaco di Varazze e cultore di storia locale, Elena Bagnasco, autrice del libro e nipote di Giorgio Parodi, fondatore col padre Manuelìn della Moto Guzzi, Stefano Termanini, editore.

È prevista inoltre la partecipazione straordinaria del musicattore Luigi Maio, con un cammeo tratto dal suo spettacolo «Vespe d’artificio – il Futurismo da Stravinskij a Petrolini».

Ci si soffermerà sulla storia di Varazze dopo la fine della Grande Guerra, un tempo in cui lo spirito umanistico si incontra sinergicamente con lo slancio industriale e tecnologico. È il tempo in cui a Varazze vive Mario Morasso, precursore del Futurismo ed editore della storica rivista «Motori Aero Cicli e Sports», mentre Stefano Baglietto e Giorgio Parodi, compagni nella tragica ed eroica esperienza della guerra, amici fraterni, inseguono visionari progetti nautici e aeronautici, collaborando con i più grandi ingegneri dell’epoca – Oreste Fraschini, Guido Cattaneo, Luigi De Giorgi – per mettere a punto innovazioni meccaniche e motoristiche. A Varazze, fertile incubatore culturale e industriale, perfino Gabriele d’Annunzio faceva qualcuna delle sue incursioni, ora attratto dalla velocità e dalla modernità, ora, secondo la sua indole, dalle donne.

Nel suo libro, Elena Bagnasco racconta questa storia (e molto altro) «a quattro tempi». L’ha scritta, con passione, ricucendo la memoria famigliare e la ricerca d’archivio. La «GP», a cui viene dedicato il titolo del libro, doveva essere un «esperimento» – così si esprimeva in una sua lettera al figlio Giorgio Emanuele Vittorio (detto Manuelin) Parodi. Fu, invece, una rivoluzione: anzi, l’inizio di un mito. Dalla «GP», infatti, sarebbe derivata la «Normale», il primo modello di serie della Moto Guzzi.

«È nostro impegno – dichiara Mariangela Calcagno, assessore alla Cultura – far rivivere, riscoprendolo, il nostro patrimonio culturale e le nostre tradizioni, che sono non soltanto marinare. Se Varazze si è progressivamente trasformata, le sue radici umanistiche e industriali rimangono pietre miliari a testimonianza del ruolo che il borgo varagino e la Liguria hanno svolto. Le testimonianze di Mario Morasso con le sue opere e la rivista, dei Cantieri Baglietto, della CIVES, della De Giorgi e, infine, dell’“esperimento” «GP» avranno rilevanza e dignità storica nel progetto di polo culturale e ampliamento del Museo del Mare che sorgerà nei capannoni navali».

«Mario Morasso aveva precorso i tempi», dice Leo Lecci, Università di Genova, che ricorda e cita la fervida attività futurista che, a cavallo tra le due guerre mondiali, attraversava l’attuale provincia di Savona, da Albisola a Varazze, lo sviluppo che portò, il rinnovamento delle arti applicate e le numerose esperienze d’avanguardia di straordinario livello: da Marinetti a Pippo Oriani, da Mino Rosso a Alberto Sartoris, Filliafino e Tullio d’Albisola, già disegnatore presso l’Ansaldo. «Morasso intuisce le spinte delle rivoluzioni industriali, i cui effetti vede personalmente nelle attività industriali a Varazze, dove si è stabilito. Morasso è il primo testimone del Futurismo applicato. Crea una delle prime riviste, “Motori Aero Cicli e Sports”, dove la macchina è attrice primaria, benché pur sempre subordinata ai bisogni dell’uomo, centrale in ogni reportage del suo impareggiabile magazine».

Pietro Spotorno, classe 1931, profondo conoscitore del territorio varazzino, conserva ricordi di quel tempo, umanistico e industriale. Qualcosa di allora ha visto, con i propri occhi, altro lo ha raccolto, dai ricordi altrui, e ne ha fatto tesoro. «La GP era un vanto che tornava nei racconti di tutti i varazzini», racconta. «Un “esperimento”, come fu detto, per dimostrare che si poteva fare una motocicletta mettendo insieme le tecnologie allora disponibili nei capannoni di legno della Cives, poi della De Giorgi. A sentire quello che se ne diceva, pareva che alla realizzazione di quell’impresa avessero contribuito un po’ tutti, ciascuno per la propria parte. Come se, di quel prototipo GP, ciascuno avesse fatto il suo piccolo pezzo».

Il nuovo libro di Elena Bagnasco, «La mia GP», che verrà presentato a Varazze per la prima volta, svolge la pellicola di un racconto quasi autobiografico. I “tempi” del libro sono quattro e quattro sono anche le direttrici lungo cui l’autrice conduce i propri lettori: per primo l’affetto per il nonno Giorgio Parodi, quindi l’amicizia tra Stefano Baglietto e Giogio Parodi, per terzo il desiderio di riequilibrare la storia e riconoscere, secondo gioustizia, il merito di chi volle e costruì l’impresa Moto Guzzi, infine la ricerca paziente e puntigliosa delle tracce di un passato che, per i valori che fa tornare vivi, guarda al futuro. «Ringrazio il Comune di Varazze – dice Elena Bagnasco – per aver voluto dedicare questa manifestazione al lancio del mio nuovo libro e per averla posta a chiusura della edizione speciale dei “GP Days” del 4-5 ottobre, con la partecipazione delle Frecce Tricolori. È un momento molto importante, per me e per la mia famiglia. Lo “sento” molto. Cade nell’anno del settantesimo anniversario della scomparsa di nonno Giorgio».

«Considero la pubblicazione de “La mia GP”, il nuovo libro di Elena Bagnasco, un’occasione bellissima e per molte ragioni imperdibile – dice Stefano Termanini, editore – con cui confermare il nostro impegno a riportare alla luce storie e racconti inediti, sepolti tra le pieghe del tempo e legati al nostro territorio. A ridare la giusta misura ai fatti, così come Elena Bagnasco ha realizzato, unendo la ricerca documentaria e la memoria, per restituire alla vita le emozioni e le passioni di quei giovani che, approdati sulla spiaggia di Varazze dopo la Grange Guerra, esperienza drammatica quante altre mai, eppure da loro sperimentata con un imperturbabile senso dell’onore, ardevano del desiderio di costruire qualcosa di nuovo e di meraviglioso. Di prendere parte alla entusiasmante rivoluzione di una tecnologia che fosse “umana”, di partecipare al nuovo mito della macchina e di farlo con entusiasmo. Lo stesso entusiasmo da cui si origina il “mito” della Moto Guzzi e che il libro di Elena Bagnasco ci dà modo di riprovare».

Un cocktail ideale per Carlo Piano, giornalista e saggista, una storia – come dice – «ricca di spunti inediti, di racconti di uomini coraggiosi e passionali che cercano di tradurre in fatti concreti l’eccellenza delle loro idee. Si potrebbe farne un romanzo, che commuova e diverta il lettore. Un romanzo che lo incuriosisca e lo avvinca, presentandogli la vita così com’è: talvolta gioco, talvolta dramma, con quella sottile dose di ironia e quel pizzico di pazzia che, insieme, fanno la felicità di chi ha vissuto esperienze simili a quelle di Stefano Baglietto e Giorgio Parodi…».

Alla presentazione seguirà la presentazione del «Trofeo ciclistico Fantozzi – Coppa del Mondo per corridori ipodotati», giunto alla trentacinquesima edizione, promosso quest’anno con una locandina disegnata da Luigi Maio. Elena Bagnasco assegnerà un premio speciale al partecipante con la migliore bicicletta. La bicicletta è la progenitrice della motocicletta: la premiazione del prossimo 11 ottobre sarà, dunque, un momento di incontro tra passioni a due ruote.|

Per altre informazioni: stampa@stefanotermaninieditore.it

Il libro di Elena Bagnasco, «La mia GP. Storia e racconti a quattro tempi», Serel International – Stefano Termanini, si trova in libreria e qui: https://www.stefanotermaninieditore.it/portale/prodotto/elena-bagnasco-la-mia-gp-storia-e-racconti-a-quattro-tempi-serel-international-stefano-termanini-editore-isbn-9788889401-897-disponibile-dal-5-10/

L’Arte Iperrealista Ispira 10 Storie “Pseudonoir”: Presentato a Chivasso «ArtNoir» di Gino A. Torchio e Francesco Capello, il libro che unisce scrittura e pittura

Un viaggio tra immagini, parole e voci nella Chiesa degli Angeli con gli autori e i giornalisti Alessandra Sgura e Marco Bogetto

Chivasso, 9 maggio 2025 – La suggestiva cornice della Chiesa degli Angeli di Chivasso, da tempo sede di importanti manifestazioni culturali per la comunità chivassese, ha ospitato venerdì sera, 9 maggio 2025, la presentazione di «ArtNoir. 10 racconti oltre la cornice». Il libro, edito da Serel Stefano Termanini Editore, nasce dalla collaborazione, estemporanea e imprevista, tra il medico-scrittore Gino A. Torchio e il pittore iperrealista Francesco Capello.

La manifestazione, definita fin dall’apertura da Stefano Termanini, editore del volume, come una «bella presentazione a metà fra letteratura e arte», è stata arricchita dalla esposizione delle opere di Francesco Capello, in mostra nella sala, che hanno introdotto i lettori al «clima dell’opera». Stefano Termanini, che si è detto «orgogliosamente editore di questo libro» e felice di tornare a Chivasso per parlare di libri, ha presentato gli autori e i temi alla base della raccolta.

Gli autori, Gino A. Torchio e Francesco Capello, sono stati protagonisti di un dialogo con i giornalisti Alessandra Sgura de «La Voce» di Chivasso e Marco Bogetto, responsabile dell’edizione di Chivasso de «la Nuova Periferia», che hanno condotto la conversazione ponendo domande sulla genesi e i contenuti del libro.

“Pseudonoir”: Personaggi al Centro e Nuove Forme di Narrazione

«ArtNoir» è una raccolta di dieci racconti. L’autore spiega che «traggono ispirazione da altrettanti dipinti del pittore iperrealista Francesco Capello». «Ogni ‘pseudo noir’ di questa raccolta – dice Gino A. Torchio – è preceduto dalla riproduzione del dipinto di Francesco Capello che ha stimolato la mia immaginazione, in modo che il lettore veda e possa a sua volta immaginare i connotati della storia che gli verrà raccontata». Questa interazione tra immagine e testo può diventare un «gioco divertente», permettendo al lettore di immaginare la «sua» vicenda.

L’autore definisce i suoi racconti “Pseudonoir”. L’editore Stefano Termanini ha chiarito il significato di questa definizione, sottolineando che, pur presentando «situazioni al limite del crimine» o «di reati», «non è là il fuoco dell’autore».

Ciò che interessa di più a Gino A. Torchio nello scrivere queste storie «è proprio lo studio dei personaggi». Attraverso i racconti, Torchio riesce a «scavare dentro queste figure e a trarne dei personaggi vivi, dei personaggi veri». L’editore ha evidenziato come questa attenzione all’umanità dei personaggi sia l’elemento che più lo ha colpito quando ha letto la prima bozza del libro.

Una delle novità distintive di «ArtNoir» è la sua natura (come oggi si usa dire) “multimodale”. Non è solo un «libro visivo», ma «anche un libro che si ascolta». Ogni racconto è infatti corredato da un QR-code che, inquadrato con lo smartphone, permette di ascoltarne la versione audiolibro. Questa caratteristica innovativa consente al lettore di fruire dell’opera attraverso canali sensoriali diversi. Come ha sintetizzato Gino A. Torchio, «è un lavoro che si può leggere, si possono osservare i quadri e apprezzarli, infine il libro si può anche ascoltare».

La Cronaca della Serata: Dalle Suggestioni Visive alle Storie di Vita

Dopo l’introduzione dell’editore, la parola è passata all’autore Gino A. Torchio. Medico chirurgo e pneumologo con una vasta attività letteraria alle spalle, Torchio ha ringraziato i presenti, definendo il noir una «novità moderna, recente» con una vita letteraria relativamente breve, nata con il cinema nel 1946.

Ha illustrato le caratteristiche del «noir mediterraneo, molto secco, più tranquillo», dove non sono indispensabili «l’arma, il morto», ma dove possono esserci il «pedinamento e l’intrigo».

Questo stile utilizza un «linguaggio che è un linguaggio diverso… è un discorso di strada, quindi molto semplice», rendendo la scrittura un «divertimento» perché non legata a una «struttura letteraria propriamente detta».

La genesi del libro è stata descritta come un’«illuminazione». Gino A. Torchio ha raccontato di essere entrato per caso in un bar di Chivasso e di essere stato «folgorato» da un quadro di Capello. Quell’opera ha immediatamente stimolato la sua immaginazione, portandolo a pensare alla prima storia. «Ho pensato a una situazione drammatica – ha rivelato, scherzando – e poi il pittore, Francesco, mi ha detto che si trattava di una situazione romantica. Non una giovane donna minacciata, in pericolo, ma, chissà?, magari una ragazza che sta conversando al telefono con il suo fidanzato».

Lo stile iperrealistico di Capello, è stato detto, rende «più facile» immaginare storie. «Vedi i quadri e già immagini», ha commentato Gino A. Torchio.

L’ispirazione per gli altri racconti è giunta osservando altre opere di Capello nel suo studio. Torchio ha citato l’esempio del quadro con la vaporiera 640, che lo ha riportato a ricordi personali legati ai viaggi in treno e alla storia tragica di un paese.

Francesco Capello, artista con opere in musei permanenti come il MEAM di Barcellona e il Museo Ferrari, ha espresso la sua soddisfazione per il progetto. Ha raccontato che i suoi quadri mirano a creare «sensazioni» e che il libro di Torchio ha permesso ai suoi dipinti di «rivitalizzarsi una seconda volta», trasformandoli in storie bellissime.

L’artista ha inoltre apprezzato la «cultura psicologica» e la «conoscenza dei luoghi» presenti nei racconti.

Gino A. Torchio ha confermato che molti personaggi sono ispirati a «figure che ho conosciuto molto bene», citando ad esempio il personaggio di Antonia, per il quale ha preso ispirazione da sua nonna.

Anche i luoghi citati nei racconti, come strade statali specifiche (la 458, la SP156, la SP161) o indirizzi precisi (via Montesacro 63, San Pietro al Lago), «esistono», tessendo un forte legame con la realtà e il territorio. Il tema della «truffa», un elemento che Torchio associa al noir mediterraneo, è anch’esso legato a vicende concrete – autobiografiche, addirittura, così come ha raccontato.

Sollecitato dai giornalisti a rivelare il suo racconto preferito, Torchio ha ammesso la difficoltà nel fare una scelta. Ha però confessato di sentirsi specialmente legato al secondo racconto della raccolta: «Natale». Ha rivelato di averlo scritto durante un momento molto difficile, di grande ansia per la salute della moglie, ricoverata in ospedale. Un evento che lo ha segnato profondamente e che, ha sottolineato, «richiama quello che sta succedendo in questi giorni» con le truffe telematiche.

Conclusioni e Ringraziamenti

Al termine della presentazione, Gino A. Torchio ha ringraziato il numeroso pubblico e in particolare i giornalisti Alessandra Sgura e Marco Bogetto.

Stefano Termanini ha ricordato nuovamente la possibilità di ascoltare i racconti tramite i QR code (attivati a breve) e ha lanciato un appello al pubblico: «leggete perché è la cosa più importante per la nostra continuità culturale, per il nostro futuro, per la nostra identità… non perdiamo l’esercizio, la bella abitudine della lettura. Leggete, leggiamo!». Anche quando abbiamo poco tempo, una pagina al giorno.

La serata si è conclusa con gli applausi del pubblico, che ha potuto toccare con mano e ascoltare quale sia stata la genesi di un libro che propone un innovativo connubio tra arte visiva, narrativa e formato audio, dimostrando come l’arte possa generare arte, in un dialogo continuo tra forme espressive diverse.
[a cura della Redazione di Stefano Termanini Editore].