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Esce il nuovo numero di GUD11, “Tipologia/Typology”. Il direttore scientifico Valter Scelsi rilancia una domanda cruciale: come si forma il tipo architettonico? Più che la sua origine ontologica, è il discorso sul tipo a segnare un “prima e un dopo” nella definizione storica dell’architettura (1). Non è tanto il tipo in sé, ma la sua lettura retorica e interpretativa a conferirgli valore epistemologico e potenziale progettuale.
Di qui si sviluppa l’ampia riflessione che questo nuovo numero di GUD accoglie.
Description
Esce il nuovo numero di GUD11. E’ dedicato a Tipologia/Typology.
In apertura, il direttore scientifico Valter Scelsi riprende una domanda che attraversa la storia del pensiero architettonico: come si forma il tipo architettonico? Una questione che, pur nella sua apparente semplicità, rivela una profonda complessità teorica. “L’ipotesi che oggi possiamo formulare”, scrive Scelsi, “è che sia il discorso intorno al tipo a segnare un prima e un dopo nel processo storico di definizione dell’architettura” (1). Non è tanto la genesi del tipo, dunque, ma la sua lettura retorica a conferirgli valore epistemologico e potenziale progettuale.
Richiamando Giancarlo De Carlo, Valter Scelsi ricorda che “il ‘tipo’ è un ‘modello’ e non una ‘prescrizione’” e che “non è da riprodurre, ma da imitare; non genera ripetizioni, ma concatenazioni” (4).
Dall’analisi di Adler del 1929 alle recenti ricerche di Christ e Gantenbein, il numero esplora come la tipologia sia diventata un “inventario della produzione edilizia urbana novecentesca”, uno strumento per leggere l’architettura contemporanea non solo attraverso il genio individuale, ma attraverso le sue strutture profonde.
Un numero denso, che rilancia il dibattito su una nozione fondante: perché, come suggerisce Scelsi, “il discorso sul tipo” è anche “strumento di rivelazione di un modo in cui la società trasmette quelle affermazioni culturali che, attraverso i fenomeni architettonici, emergono alla coscienza e si solidificano nella storia” (3).
Per leggere (gratis) il saggio introduttivo del direttore scientifico Vater Scelsi
Per leggere (gratis) l’editoriale del direttore responsabile Stefano Termanini




