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“Naïf”, letteralmente “nativo”, “spontaneo”, descrive un linguaggio artistico ingenuo, senza schemi né preconcetti. Accessibile a tutti. Affronta con candore, talvolta onirico, aspetti quotidiani, trasformandoli in visioni poetiche, celebrando la bellezza che emerge dalla fusione di opposti. Privato di formalismi, il naïf si manifesta – quasi analfabeta – nelle forme più alte e felici dell’arte e della cultura, diventando fondamento per tendenze diverse e sfidando le norme. La sua celebrazione della diversità e della bellezza inaspettata, unita all’abbraccio creativo senza restrizioni e alla sfida alle norme convenzionali, rende il naïf fondamentale per l’evoluzione dei linguaggi. Inevitabile allora la domanda: può esistere un’architettura naïf? È possibile trasporre con precisione questa via dall’arte all’architettura?
(da NAÏF E ARCHITETTURA, di Beatrice Moretti, Davide Servente, curatori del numero)
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