GUD Design | 02_2020 “Conclusus”

15,00 

“Lo spazio interiore è una costante culturale, un universale condiviso da tutti gli uomini della terra.
Non esiste individuo che non cerchi di definire un limite tra se stesso e quanto lo circonda, un recinto tra la dimensione intima e il paesaggio che la accoglie, una circoscrizione nell’ambiente esterno della sfera personale.
Più che segnare il limite tra cultura e natura, tuttavia, la dimensione interiore finisce col produrre una relazione tra questi due termini. All’interno di tale dimensione, e della sfera domestica che ne è materializzazione sociale, si innesca, o può innescarsi, la relazione empatica tra l’individuo e lo spazio antropico che lo include e lo circonda, la simbiosi tra l’uomo e il luogo che abita.
È qui che si concreta quella che possiamo chiamare la vocazione atmosferica dell’architettura”.

[dalla call02_2020 |valter scelsi | vicedirettore di GUD Design / GUD Design associate editor]

Descrizione

Dopo l’anomalia del tempo di «lockdown», in cui la scorsa primavera ci siamo scoperti da un giorno all’altro precipitati, la percezione del limite ha assunto connotati inediti; o meglio, all’idea classica del limite sono stati affiancati significati non prima visti né densamente avvertiti. E all’idea classica dell’evasione, che sempre vi si contrapponeva – il volo di Icaro – si sono aggiunti d’un colpo gli strumenti della tecnologia, le soluzioni e le vie brevi del Mondo Nuovo.

Per noi, in particolare, dentro l’hortus di GUD, la riflessione sul tema «Conclusus» è stata di stimolo per scoprire e aprire nuove possibilità – nuovi varchi. Potrebbe essere un gioco di parole o un paradosso barocco. Non lo è. L’ammissione di chiusure e conclusioni, la presenza di confini e di porte, la posizione di limiti producono forme, stati d’animo, modi di essere. Questi ultimi si traducono in azioni. Nel licenziare il secondo numero di GUD Design «Conclusus» quel che si avverte e che si apprezza è che, nella varietà delle riflessioni e degli esiti, i Collaboratori di GUD si sono esercitati sul tema proposto dalla call “producendo movimento”. La conclusione e il limite sono diventati parte di azioni volte alla scoperta di luoghi e architetture noti così come verso nuovi percorsi e nuovi modi di intenderli. Al tempo stesso, abbiamo ragionato sull’invenzione di spazi possibili e sul popolamento (e l’umanizzazione) di quegli spazi virtuali che sterminatamente, dai giorni del “lockdown”, come una nuova terra promessa, sono emersi sul nostro circoscritto orizzonte.

[dall’Editoriale01_2020 |stefano termanini | direttore responsabile di GUD Design / GUD Design editor in chief]